"Nel mondo di oggi,
diciamo la verità,la democrazia non gode di buona salute.
Questo ci interessa e ci preoccupa,perché è in gioco il bene
dell'uomo,e niente di ciò che è umano può esserci estraneo". Lo
ha detto il Papa a Trieste dove si concludono le Settimane
Sociali della Cei. Per il Papa la democrazia è partecipazione
"e la partecipazione non si improvvisa: si impara da ragazzi,da
giovani,e va 'allenata',anche al senso critico rispetto alle
tentazioni ideologiche e populistiche".
Quindi l'appello di Francesco ai cattolici italiani: "Non
possiamo accontentarci di una fede marginale,o privata. Ciò
significa non tanto pretendere di essere ascoltati,ma
soprattutto avere il coraggio di fare proposte di giustizia e di
pace nel dibattito pubblico. Abbiamo qualcosa da dire,ma non
per difendere privilegi. Dobbiamo essere voce che denuncia e che
propone in una società spesso afona e dove troppi non hanno
voce. Tanti,tanti non hanno voce". Questo amore politico "è una
forma di carità che permette alla politica di essere all'altezza
delle sue responsabilità e di uscire dalle polarizzazioni,che
immiseriscono e non aiutano a capire e affrontare le sfide".
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